– Cris Cri

Le chiacchiere del …
Nuove ‽enne
Recensioni
- 🖤I più amati
Upsilamba
- Presentazione
- Recensioni Gdl
About Cristina
- Bio
- Contatti

Le chiacchiere del …
Nuove ‽enne
Recensioni
- 🖤I più amati
Upsilamba
- Presentazione
- Recensioni Gdl
About Cristina
- Bio
- Contatti

Nothing Found!

It seems we can't find what you're looking for. Perhaps searching can help or go back to Homepage

IT'S ME, CRISTINA

Follow me

Newsletter

Entra in famiglia!

Non perderti le novità e gli aggiornamenti di fine mese!

TI ASPETTO!

Lascia questo campo vuoto se sei umano:

Articoli recenti

Le quattro ragazze Wieselberger – Fausta Cialente
Dove non mi hai portata – Maria Grazia Calandrone
V13 – Emmanuel Carrère
🖤 L’esordio indimenticato: Alba de Céspedes – L’anima degli altri
Elsa Morante – La Storia – Uno scandalo che dura da diecimila anni

INSTAGRAM

Non so voi, ma io amo la storia di "Federico", il

Non so voi, ma io amo la storia di "Federico", il simpatico topolino di Leo Lionni, che fa scorte di bellezza in previsione dell'inverno.

Io mi sento proprio così, da qualche anno approfitto dell'autunno per raccogliere profumi, esperienze, sensazioni tattili, immagini e ricordi per poi goderne nei tempi più bui.

Settembre ormai ci sta salutando e vi confesso che vorrei che durasse per sempre.
Questa stagione rappresenta per me da sempre un nuovo inizio, il mio Capodanno interiore. Lascio andare tutto ciò che è stato, come le foglie, mi svuoto del passato per lasciare spazio al futuro.

L'autunno è quel momento dell'anno in cui metto un piccolo punto per riaprire un grande capitolo.

Un grande capitolo che si è spalancato su un sogno e tanti progetti che hanno riempito di impegni ed entusiasmo le giornate di un tiepido settembre.

Il tempo della lettura si è dilatato, ha mutato le sue forme, le sue sfumature e i suoi colori sfociando in una creatività nuova e ritrovata, tutta a lui dedicata.

La penna della scrittura insieme a Daniela di @gocce.di.libri in questo ultimo mese ha disegnato nuove forme, spostato confini, allungato sguardi in un vortice inarrestabile di idee, incontri, chiacchiere e scambi e finalmente lunedì prenderà vita!

Ringrazio anche tutti gli autori emergenti che hanno creduto in criscriuncuoretrailibri e questa estate hanno voluto omaggiarmi con le loro opere.

Proprio grazie a loro giovedì ad aprire i battenti sul blog (link in Bio) sarà la sezione Nuove Penne dove verranno raccolti, a cadenza settimanale, i miei pensieri di lettura su questi giovani ed intraprendenti scritti, che al pari dei grandi nomi della letteratura, meritano un posto a loro dedicato!

@serenamilanoautrice @alex.ae.coman @alessandramaria_starace @delparielisa @florygentile @cborghetti @maddalenamalcangio
.
.
.

#librieancoralibri #nuovescoperte #nuoviprogetti #leggereleggereleggere #librimania #lettoricompulsivi #lettrice #bookblogger

Per Fausta Cialente, l'inizio di una nuova lettura

Per Fausta Cialente, l'inizio di una nuova lettura porta con sé lo stesso carico di emozione che caratterizza l'apertura di un sipario. "I personaggi entrano in scena, la rappresentazione comincia": non sappiamo cosa ci attende, potenzialmente siamo di fronte alla sorpresa e all'ignoto, ma di sicuro siamo di fronte a un inizio.

L’Inizio … le prime cento pagine … un capolavoro, che narra il ritratto vivido di un mondo - la Trieste cosmopolita di metà Ottocento - e la sua decadenza.

C’è l’essenza di 'quel' mondo: un misto di irredentismo e di affetto verso l’etica del Fortwursteln di un impero millenario dai mille volti e colori, la staticità rassicurante e sempre uguale a se stessa, il desiderio di un realtà diversa.

Le quattro ragazze Wieselberger, nate in una famiglia allegramente e malinconicamente triestina, avvolta di musica e di “glücklich ist, wer vergisst”, felice chi dimentica, sono paradigmatiche di un mondo che non esiste più. Poi esplode la Grande Guerra, ed infine la narrazione corre in avanti, sentiamo il fantasma della Seconda Guerra Mondiale, e a parlare è chi è venuto dopo: un po’ come se non avessero fine i grandi racconti, perché l’esistenza dell’uomo tutto tiene e trattiene.
Siamo storie delle nostre storie, di ciò che racconta chi è venuto prima di noi e, per dirla come Montale, non possiamo recidere il quel volto, il primo, nella memoria che si sfolla: che sia papà Wieselberger, Elsa, chiunque.

La Storia è un colpo di scena, esplode come un fuoco d’artificio, ma è anche qualcosa che accade a dispetto delle intenzioni e delle speranze degli uomini che ne sono travolti e si ritrovano poi smarriti a mormorare “abbiamo tanto sbagliato”.
È buffo, perché non è solo una storia che ho letto: pensavo alla mia bisnonna Classe 1914 lei, 1990 io: non una Wieselberger, ma seconda di due sorelle, vissuta in un mondo che non era il mio, ma nei suoi racconti mi sentivo a casa.

Perché siamo tutti figli di un passato, delle storie che ci vengono raccontate.

@mannyilliano
.
.
.
#lettureconsigliate #leggerechepassione #faustacialente #bookaddict #bookblogger #bookislove #unlibroalgiorno #bookphotograpy #upsilambagdl #letteraturanovecento

“𝑫𝒐𝒗𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒎𝒊 𝒉𝒂

“𝑫𝒐𝒗𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒎𝒊 𝒉𝒂𝒊 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒕𝒂" è il libro della risoluzione, quella che arriva quando si fa pace con il Passato e si aprono le porte ad un Presente al sapore di sorpresa ed inaspettato. Maria Grazia ricostruisce la piccola, grande storia di Lucia Galante, la madre naturale, che si presta ad un gesto inconsulto, pur di salvarla dalle catene sociali e politiche di un’Italia postbellica in procinto di rinnovamento ma formalmente legata alle convenzioni medioevali dei contratti matrimoniali e ad un onore virile che firma la sua identità sulle cambiali del corpo femminile.
Ogni parola viene adagiata sul foglio come un ricamo per seguire gli intrecci di un disegno perfetto, l’effige del ritorno a se stessa e al proprio patrimonio cromosomico, oltre che umano. Perché c’è sempre bisogno di passato, di ri-costruzione, di una storia, di un sentimento o di un’emozione.
Durante la lettura mi sono lasciata attraversare e sono diventata supporto, ragionamento, compassione e poi rabbia e dolore e infine amore.
C'era qualcosa che mi agitava, che mi respingeva ma mi spingeva a restare. Credo fosse per via di questo binomio pieno di sensi, l'abbandono e la cura, una cesura luminescente come le lucciole che di notte, in campagna, rapivano il mio sguardo bambino.
Mi rapisce il mistero di ciò che non ha senso eppure esiste, là, incontrovertibile, mi inchioda la verità di certe contraddizioni del nostro sentire, l'ossimoro perfetto di ciò di cui siamo capaci, l'abbandono d'amore. La cura e la ferita, la cura attraverso la ferita.
Non è sempre così, in fondo?
Un meraviglioso, attento, intimo, pregiato, commovente capolavoro. Pagine incalzanti ci parlano di privazione e di lutto ma in un ruggente alito di vita che vince sulla morte.
Consigliato a chi ama la sillaba -RI-, tanto corta e piccola quanto rivoluzionaria. Il senso del “nuovo” che si oppone ai punti fermi per scardinare le nostre storie e restituirle alla Memoria, madre e custode del tempo.
.
.
.
#lettureconsigliate #librisulcomodino #leggerechepassione #premiostrega #libribelli #leggeresempre #bookinfluencer #librimania #recensionelibri #dovenonmihaiportata #booklove #unlibroalgiorno #einaudieditore

・❥ 𝑪𝒉𝒆 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊 𝒔𝒊𝒆𝒕𝒆?

・❥ 𝑺𝒆𝒈𝒖𝒊𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒐𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒖𝒓𝒂?

La lettura per me è una costante assoluta!

Leggo tutti i giorni.

Ho sempre un paio di libri da finire e uno o più sul comodino che voglio cominciare.

Alterno memoir, saggi, semplice narrativa, fiction alla non-fiction, inserendo qua e là anche qualche grafich novel.

Sono il tipo di lettrice che sta molto sulla pagina.
Lenta nel leggere e nell’assimilare.
Sfoglio e risfoglio, vado avanti per poi tornare indietro.
Annoto.
Mi soffermo sulle frasi, le peso e le sottolineo, sul ritmo, sulla voce del libro, sul suo sguardo, sul suo passo.
Sto inchiodata su quello che incontro … i luoghi, i personaggi, le storie. Sto su quello che si vede: le parole, quello che accarezzo, sfioro e tocco mentre scavo tra le righe, nell’invisibile, nel sottaciuto, nel mare sommerso del non detto.

Nel tempo il mio rapporto coi libri è cambiato.

Prima leggevo per la trama, per il gusto di leggere, per vedere dove un libro mi portava.
Oggi cerco, ricerco, indago e rielaboro.

È nata in me quella curiosità che mi porta sempre alla lettura successiva in un percorso nei e sui libri che mi spinge a smorzare domande, a incontrare luoghi, a definire nomi, volti e personalità, a inquadrare epoche, periodi, alla ricerca di un equilibrio, di un senso di completezza nel rispetto del passato, del presente, dei sentimenti, di quello che assaggio, assaporo e incontro.

Ed è in questa prospettiva dopo aver letto ed amato "𝐿𝑎 𝑆𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎" che approdo in questi giorni alla lettura di “𝐿’𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑆𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎” di Angela Borghesi.

Genera una certa soggezione leggere nell’indice del volume la lunghissima serie di autori degli articoli, commenti, interventi e recensioni inseriti dall’autrice nell’antologia critica.

Dopo la soggezione subentra la meraviglia per una tale ricchezza di testimonianze, di scritti dedicati a un solo romanzo e tutti prodotti dal giugno 1974 all’agosto del 1975, 14 mesi di intensissima produzione.

E dopo la meraviglia, ecco sopraggiungere la sorpresa.

CONTINUA TRA I COMMENTI ->

꧁ 𝑳𝒖𝒐𝒈𝒉𝒊 𝒅𝒊 𝑻𝒐𝒓

꧁ 𝑳𝒖𝒐𝒈𝒉𝒊 𝒅𝒊 𝑻𝒐𝒓𝒊𝒏𝒐 𝒅𝒂 𝒂𝒔𝒔𝒂𝒑𝒐𝒓𝒂𝒓𝒆 ꧂

Il flâneur si concede lunghe passeggiate attraverso la città e, per dirla proprio alla Baudelaire, è uno che porta al guinzaglio delle tartarughe lungo le vie. Ma quello del flâneur è un passeggiare scientifico, antropologico: muovendosi al passo delle sue tartarughe, il flâneur ha tempo di soffermarsi, analizzare, di farsi un’idea dei luoghi e delle persone.

Un andare lento, un parlare a bassa voce, un incontrare, un ascoltare attento, uno scrutare volti e attività, un perdersi nella città, tra le strade, tra le parole e le storie per approdare, come qualche giorno fa, tra le braccia di una libreria.
Il naso all’insù e gli occhi fissi su un’insegna di rosso vestita dimora per quelle due parole che accendono l’animo e la curiosità del lettore …

"𝐿𝑖𝑏𝑟𝑒𝑟𝑖𝑎 𝑝𝑖𝑒𝑚𝑜𝑛𝑡𝑒𝑠𝑒"

Lo sguardo impressionato si abbassa impaziente pronto ad assaporare la vetrina costeggiandone i contorni lignei. In basso, le bugne lavorate e curvilinee richiamano le onde del mare, incorniciando titoli tutti al sapore di un territorio: il Piemonte.

Tutto sugli scaffali di un tempo che fu, tra quelle pagine, dai libri di ricette alla narrativa, dalla fiction alla non fiction parla di volti, di luoghi, di una regione, muovendosi tra dialetto, realtà, vite e tradizioni.

Salvare qualche storia era d’obbligo e quattro sono stati i libri con i quali ho varcato la soglia della libreria per riprendere la scoperta di Via San Secondo.

Pochi passi appena, il tempo di qualche respiro, e al 9 l’attenzione si posa su un’altra insegna @arasolis.lab.

Un ristorante!

Un bistrot di cucina tipica Romana e Arsolana.

Un luogo da esplorare… speciale, magico, intimo, dagli ingredienti misti e gli arredi eleganti: sapori antichi, tradizionali, idee moderne, colori parigini e sfumature tra una vecchia fiaba e un disco in vinile.

Un’accoglienza tutta al sapore di casa e famiglia, la giusta dose di simpatia, tanta passione, tanto amore e un’ottima cucina.

#viveretorino #bookhaul #buoncibo #criscrisuncuoretrailibri #amoreperlalettura #letturachepassione

꧁ 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒂 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒖𝒓𝒂, 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒐 𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒍𝒊𝒃𝒓𝒐 ꧂

Cara amica lettrice e caro amico lettore, non hai mai pensato al fatto che, durante la sua vita (“vita da lettore”, appunto!), un lettore accumula degli “attrezzi” utili?

Già, proprio cosí!

Così come un meccanico ha la sua chiave inglese ed un cuoco ha il suo mestolo…noi lettori abbiamo i nostri oggetti indispensabili!

Noi lettori, anzi lettori compulsivi, abbiamo tante fisse e manie e sono sicura che molti di voi come me hanno quella dei segnalibri. Prima regola: i segnalibri non sono mai abbastanza.

I più romantici lasciano seccare fiori primaverili, i lettori vintage cartoline e fotografie, magari stampate alle macchinette insieme a una persona cara; i più pratici fermano la pagina con la fascetta del libro o con la copertina stessa, e a molte ragazze capita di inserire una forcina alla fine del capitolo letto.

Insomma, tutto è concesso.

Ma NO alle orecchie, almeno per me?

・❥・E voi fate le orecchie alle pagine?
・❥・Il vostro segnalibro preferito?

#segnalibro #bookblogger #instagrambooks #bookinstagram #leggere #leggerechepassione #nuovalettura #nuovaletturaincorso #leggiamocheèmeglio #amoreperlalettura #amoleggere

Pubblicato per la prima volta nel dicembre del ’

Pubblicato per la prima volta nel dicembre del ’44 sulla rivista «Mercurio», 16 𝒐𝒕𝒕𝒐𝒃𝒓𝒆 1943 è considerato un classico della letteratura post-clandestina per il suo alto valore letterario e testimoniale.

Sono pagine brucianti.

𝑵𝒂𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂 𝑮𝒊𝒏𝒛𝒃𝒖𝒓𝒈, nella prefazione, scrive:

“Sembra che a parlare sia la stessa realtà. Le frasi si susseguono alte, nitide, disadorne, severe, e su ciascuna di esse grava il peso di una pietà immensa”.

Era l'alba di un sabato di metà ottobre, nel giorno sacro degli ebrei, quando il Ghetto ebraico di Roma divenne teatro di una tragedia a lungo sospettata e infine materializzatasi nel momento peggiore, quando alcuni ingenuamente credevano di esserne ormai al riparo.
Torna in mente lo sgomento di quegli feroci attimi, gli assalti casa per casa, il terrore, la paura, la violenza ... le voci dei pochissimi che riuscirono a mettersi in salvo, magari rinnegando se stessi, fingendo di non essere ebrei o venendo salvati dalla benevolenza di un commerciante o di un vicino.

E torna in mente il fatto che partirono in 1.259 dalla stazione Tiburtina e tornarono da Auschwitz-Birkenau in 16 (di cui una sola donna: Settimia Spizzichino), in condizioni disperate, dopo aver conosciuto tutto il dolore e l'orrore del mondo e aver assistito a soprusi, violenze, sevizie e gesti di sterminio e annientamento che non avrebbero mai più dimenticato.

Sebbene il tema sia doloroso e complesso da raccontare, la prosa è asciutta eppure piena di pathos e partecipazione mentre il punto di vista è chiaro ed esplicito.

"16 ottobre 1943″ ti incolla alle pagine e ti trasporta in un luogo... Roma, rendendoti spettatore inerme, sotto la pioggerellina fitta di quella mattina maledetta.

Sei lí tra le strade del ghetto tra i volti e la vita dei passanti mentre il libro interroga e scandaglia la tua anima.

Questo libro oltre ad essere un documento prezioso che ci consente di diventare davvero "Testimoni di Testimoni”, in un circuito virtuoso di relata refero che può solo avvantaggiarci, è una lezione di scrittura straordinaria che chiunque voglia scrivere deve trovare il tempo leggere.

@lanavediteseo
CONTINUA TRA I COMMENTI --->

꧁ 𝑺𝒄𝒆𝒈𝒍𝒊𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒂

꧁ 𝑺𝒄𝒆𝒈𝒍𝒊𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊𝒎𝒂 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒖𝒓𝒂 ꧂

Ci sono stati per me libri illuminanti, libri che mi sono “capitati” nel momento giusto, libri che mi hanno sconvolto: ogni libro è un’avventura nuova, diversa, inaspettata!

Breve o lungo, c’è sempre peró un intervallo di tempo che separa la fine del libro appena concluso dall’inizio della prossima entusiasmante, avvincente e straordinaria lettura.

A volte si tratta giusto del tempo di allungare la mano fino alla libreria più vicina, altre volte questo stallo può perdurare per periodi più lunghi, soprattutto se il libro appena terminato è stato particolarmente intenso.

In ogni caso, che sia scandagliando l’interminabile elenco dei libri da leggere, che sia ripassando con gli occhi tutte le copertine della nostra libreria personale, o che sia scavando nei meandri digitali del nostro e-reader, arriviamo sempre a quella fatidica domanda: 𝒆 𝒂𝒅𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒐 𝒍𝒆𝒈𝒈𝒐?

Percorsi di lettura, incontri, scontri istinto, tanto cuore, un pizzico di stomaco ... sono questi gli aspetti che mi guidano verso la prossima lettura

・❥・ E voi come fate?
・❥・ Da cosa vi lasciate ispirare?

#prossimalettura #scegliereillibrogiusto #tbr2023 #leggere #leggerechepassione #leggendo #criscrisuncuoretrailibri #amoleggere #booklover #bookstagram #instalibri #instalibriovunque #librimania #bookaddict #libri #books #bookphotography #letture #libridaleggereprimadimorire

A volte, quando leggo, ho il sentore, e il sospett

A volte, quando leggo, ho il sentore, e il sospetto, che i nomi di alcuni scrittori o scrittrici s’impongano alla mia mente, che alcuni libri mi rincorrano, chiedendo di essere letti e interiorizzati affinché la loro lettura apporti qualcosa di mancante nella mia vita, in cui ogni cosa letta diventa motivo di riflessione e di indagine su me stessa.

È questa la sensazione che ho avuto con Pia Pera.

" Al giardino ancora non l’ho detto" @ponteallegrazie_editore comincia con un leggero zoppicare, un difetto da niente, in questo modo Pia Pera scopre di avere una malattia grave e incurabile, la Sla!

Cosa cambia allora nel suo rapporto con il giardino?

È qui lo scatto d’ala di una confessione aperta, sommessa, coraggiosa, che trova nel dolore della separazione una ragione ultima e illuminante di bellezza.

Non avere paura del cambiamento, trarre una visione ulteriore e diversa che nonostante tutto ci renda capaci di lasciarci andare allo stupore, alla meraviglia.

Cosa cambia nel rapporto con il giardino?

Cambia tutto, ci dice Pia Pera, non posso più vangare, zappare, tagliare l’erba, potare, sfoltire, fare buche, raccogliere frutti o ortaggi, portare a passeggio il cane Macchia.
Eppure dopo il primo disorientamento, dopo la paura, sente una sorta di estrema serenità: «È cresciuta l’empatia.

La consapevolezza che, non diversamente da una pianta, io pure subisco i danni delle intemperie, posso seccare, appassire, perdere pezzi, e soprattutto: non muovermi come vorrei».

Le cure riservate fino allora al giardino sono adesso destinate alla necessaria cura di sé, come se lei stessa fosse diventata il giardino.

E mentre si rincorrono riflessioni sul fine vita, sulla libertà di scegliere, fatte con gli occhi asciutti di chi vuole fino in fondo rendere conto di sé con dignità, la trama del racconto si nutre di sguardi una quotidianità antica e ritovata.

CONTINUA TRA I COMMENTI ---->

Load More Segui su Instagram

error: