Autunno
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Autunno

Non so voi, ma io amo la storia di “Federico”, il simpatico topolino di Leo Lionni, che fa scorte di bellezza in previsione dell’inverno.

Io mi sento proprio così, da qualche anno approfitto dell’autunno per raccogliere profumi, esperienze, sensazioni tattili, immagini e ricordi per poi goderne nei tempi più bui.

Settembre è ormai a metà del suo corso e vi confesso che vorrei che durasse per sempre. I raggi del sole illuminano tiepidi ma più belli che mai la campagna che celebra la vendemmia mentre tutto il resto si tinge di colore.

L’Autunno arriva con una folata di vento fresco che spira potente e traveste le strade, le salite, le scalinate tra foglie e tetti d’ardesia.

E Se l’autunno fosse una canzone, ne sono certa, questo sarebbe una dolce melodia, un po’ retrò romantica e nostalgica. Quella dolce e soffusa musica incredibilmente affascinante che preserva l’apparente fine delle cose.

Può una fine essere così bella e così dolce?

Le castagne, il vino e la zucca, il profumo delle torte in forno che si diffonde in casa, il fuoco scoppiettante che riscalda l’ambiente mentre le prime piogge battono il terreno rinfrescando l’ambiente.

Io amo l’autunno, la sua indescrivibile poesia, la sua avvolgente magia…

Amo la limpidezza dell’aria, le vibrazioni della natura che sembra addormentarsi vestendosi di nuovi colori.

Adoro guardare la pioggia scendere da dietro la finestra, il tepore dello stare in casa, il calore delle tisane.

Mi piacciono le zuppe, il fuoco del caminetto, la coperta sul divano, quella della nonna, le maratone di cinema, i libri e le cene a casa.

Mi piacciono le freddolose passeggiate della domenica pomeriggio in montagna a calpestare le foglie, gli alberi spogli, la tristezza di un attimo e la felicità di una promessa.

Mi piace l’aria indecisa pungente, la foschia che lascia intravedere le cose lontane e immaginare quelle lontanissime. Mi piacciono la nebbia, il mistero, il maglione di lana, la sciarpa e i calzettoni. Le candele accese e il bagno caldo.

Dell’autunno mi piacciono l’intimità, la nostalgia, le calde vibrazioni.

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Ed è così che le foglie della poesia di Ungaretti, cadendo, diventano un romantico segnalibro nel romanzo preferito di un’anziana e sola signora, ali per volare in un lavoretto di qualche timido bambino, quel mazzolino autunnale da donare alla persona amata.

Questa stagione rappresenta per me da sempre un nuovo inizio, il mio Capodanno interiore. Lascio andare tutto ciò che è stato, come le foglie, mi svuoto del passato per lasciare spazio al futuro. L’autunno è quel momento dell’anno in cui metto un piccolo punto per riaprire un grande capitolo.

In fondo l’Autunno è la stagione giusta per i nuovi inizi…

Per quelli che hanno il sapore della rivincita e che sanno di gratificazione e stima, per quelli che profumano di vaniglia e cose buone, per quelli da consumare sotto il tepore delle coperte che hanno il profumo dell’amore e di una vita da reinventare…

L’autunno è il festival della lentezza della lentezza entusiasta, del prendersi tempo.

 I miei sogni d’autunno hanno il profumo degli acquerelli sulle dita, delle mani in pasta del sabato,  delle serate nebbiose passate a scrivere, del ritorno al teatro, dell’incontro con nuovi libri pronti a raccontarmi le loro storie.

L’autunno sa essere semplicemente meraviglioso …

È così crescendo impari dall’autunno che nel morire si rinasce, che è nella caducità della vita, nelle sue e nelle tue fragilità che si nasconde la bellezza dell’unicità.

 

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