Sud 1982
RECENSIONI

Sud 1982 – Adriàn Bravi

Il freddo, sopra ogni cosa. Una pioggia melmosa che passa le suole cartonate degli stivali, impregna le divise di cotone, penetra le ossa.

Nei racconti della scellerata riconquista argentina delle Malvinas, le Falkland degli Inglesi del 1883, il segnale di sventura viene da un ambiente umido ed ostile al quale i soldati assemblati in tutta fretta dalla giunta militare non erano in alcun modo preparati.

Le Malvinas sono uno degli arcipelaghi più nebbiosi, freddi e brulli del pianeta. Sbattute dalle spumeggianti e violente onde dell’Atlantico, ricordano gli scogli della Scozia. Mentre la Scozia però si trova a 500 km da Londra, le Malvinas stanno a 500 km dalla costa argentina.

Non sappiamo quanto la geografia influenzi le dispute territoriali nel mondo soprattutto se di mezzo ci sono gli inglesi, popolo spesso in giro per i Sette Mari.

Rimane però che fra Regno Unito e Argentina un contenzioso di sovranità esiste da sempre.

“Lei non deve pensare a nulla, soldato. Deve solo eseguire. E se le dico che il domani non esiste, lei si deve impegnare a fare tutto oggi”

1982 é il racconto straordinario, realissimo, vivido di come una generazione già duramente provata dalla lunga repressione e dai migliaia di desaparecidos visse la sventura nazionalistica per il possesso rivendicato delle isole Malvine, Falkland per i britannici.

Nonostante gli scontri si siano svolti in pochi mesi (dall’aprile al giugno del 1982), l’efferatezza della vicenda storica ed i suoi drammatici lasciti, pari a quelli che ogni guerra comporta, si afferrano in tutta la narrazione.

La guerra é dentro e dietro le storie di Sud 1982, le attraversa, le segna nel profondo.

Dentro allo scenario di una delle più irragionevoli e mal gestite guerre mai combattute si muove Alberto Adorno una giovane recluta di San Miquel (un sobborgo di Buenos Aires) la voce, lo sguardo narrante, il protagonista del libro, che narra dei frammenti di vita militare che ha vissuto e ricorda.

Adrian Bravi non perde l’occasione, attraverso gli occhi e le parole di Adorno, di denunciare la disperazione che vive nella violenza di ogni guerra e di quanto, in realtà, la vera battaglia da combattere e da vincere, per ogni soldato che ritorna da un conflitto, sia quella per riuscire a dimenticare, per riuscire a cancellare la memoria degli orrori di cui si é stati partecipi spettatori.  

Sud 1982 é come una raccolta di singoli racconti che oscilla continuamente tra l’ossessionante e soffocante apparizione dei ricordi e l’oggi sospeso a cercare di non ricordare.

Un andare e venire tra la disperazione vissuta in prima persona, osservata durante la guerra e inesorabilmente impressa nell’intimo della ragione, dell’animo e l’emarginazione, la solitudine marcata ed impotente del dopo, del tempo di adesso, dell’ora e qui, che è priva di un fronte dove schierarsi e dove prepararsi a combattere.

Piccole e commoventi storie prendono vita tra le pagine, tratteggiando indimenticabili personaggi: l’amore di Adorno per Francisca, amore osteggiato dalla madre di lei per la inconcludenza della vita di Adorno.

“Persino il cane notturno avrebbe capito che, se fossimo riusciti a mandar via gli inglesi dalle isole, la madre l’avrebbe lasciata parlare tutta la notte con me”.

La storia di Pelè che non poteva fare altro che il lustrascarpe, lasciando da parte tutti i suoi sogni.

 La storia di Huidobro, al quale “l’anima gli era andata fuori posto come una caviglia dopo la storta”.

 La storia di Carlitos, che non riesce a scrivere e concludere il suo romanzo sulla guerra delle Malvine.

Alberto ed i suoi compagni appaiono, come una sorta di umanità sospesa e disallineata dal resto del mondo ferita nell’animo dai non sensi di un conflitto.

Questo quadro cupo e desolante tinteggiato di nero vede delle pennellate di luce e colore grazie ai toni ridicoli con cui talvolta il personaggio si esprime e con cui guarda a ciò che lo circonda, spezzando con l’ironia e humour situazioni di profonda disperazione.

Tali scatti vanno a braccetto con le scelte formali dell’autore, che infrange la regola della linearità temporale intervallando il post-guerra con descrizioni vivide della guerra stessa, dei flash back che ben rendono l’idea dell’ossessione che Adorno reduce cerca di placare, emigrando in Italia.

La guerra priva l’uomo della propria prospettiva verso il futuro lo annienta costringendolo ad un “futuro di passato” e ad una vita di vagabondaggio e incomprensione.

 

AUTORE: Adriàn N. Bravi

GENERE: Narrativa di genere

EDITORE: Nottetempo

NUMERO DI PAGINE: 180

Acquistato online

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